Alexandru Birleanu

September 26, 2022

Il presente (e futuro) dell'influencer marketing

Il marketing degli influencer organici come lo conosciamo è in crisi e sta volgendo al termine.

In questi anni i social media sono stati un canale estremamente efficace per i marchi che desideravano raggiungere il loro pubblico di riferimento: dopo tutto, quale modo migliore di entrare in contatto con i propri potenziali clienti se non attraverso le persone di cui si fidano? 

Oggi, però, molti addetti ai lavori (me compreso) iniziano a vedere un punto di saturazione nell'efficacia di questa tattica. 

L'utente medio vede circa 1.700 messaggi promozionali al giorno e sta diventando sempre più immune alle pubblicità. 

Il punto è che l'influencer marketing organico come strategia non è più sufficiente nel 2022 poiché i consumatori sono sempre più consapevoli dei contenuti sponsorizzati dai brand ed è meno probabile che si fidino.

Gli influencer quindi smetteranno (molti di loro lo hanno già fatto) di addebitare € 500, € 1.000, € 10.000... per un singolo post anche perché stanno perdendo il loro unico asset, ovvero la portata organica...

... quindi cosa li paghiamo a fare?

Meta, che come sempre guida l'innovazione, ha trovato una nuova fonte di guadagno, ovvero i 18 miliardi di euro che gli influencer generano ogni anno: contenuti brandizzati o "annunci in whitelisting" (TikTok li chiama "Spark Ads").

Che cos'è il "branded content"?

È il fatto di promuovere un post/stories/reels di un influencer attraverso l'account pubblicitario di un brand.

Il brand può creare annunci dall'account dell'influencer senza la necessità di un precedente post organico, controllando completamente il target del post/annuncio e il budget. 

Quando si utilizza questo metodo, sotto il nome dell'influencer viene visualizzato "Collaborazione a pagamento XXX". o "Sponsorizzato".

Già a partire dall'inizio di quest'anno Meta sta spingendo i suoi inserzionisti a utilizzare questa opzione in modo accelerato: il settore cambierà completamente le proprie dinamiche. 

Il brand non pagherà più per un post/storia/reels organici (deve già sostenere i costi pubblicitari), al contrario gli influencer dovranno trovare altri tipi di reddito come l'addebito di una commissione per l'investimento effettuato in advertising o una % sulle vendite generate dalla campagna, rendendoli veri e propri "imprenditori".

Finora gli influencer hanno investito il 100% dei budget proposti dai brand per i propri contenuti, ora questa percentuale si ridurrà al 5-20% (vedi la crescita costante di UGC sempre più "semplici e immediati") mentre il resto andrà a Meta (o compagni).

Al momento i risultati sono buoni sia in termini di conversioni che di traffico.

Personalmente credo che il branded content si un ottimo modo per i marchi di assumere influencer che creino contenuti per loro e poi li pubblichino sui propri canali come post whitelistati. 

Questa strategia ad oggi è efficace solo se l'influencer ha già un grande seguito. 

Se un brand assume un influencer con un pubblico ristretto, è improbabile che l'influencer crei abbastanza contenuti di marca da essere un canale di marketing efficace (diversamente si parla di semplice content creation dove l'adv la fa padrona).

L'influencer marketing organico può essere stato efficace in passato, ma oggi non è più sufficiente in questo nuovo panorama: i consumatori sono sempre più consapevoli dei contenuti sponsorizzati dai brand, solo i contenuti whitelisted saranno in grado di raggiungerli e farli convertire.

Alexandru Birleanu
(puoi chiamarmi Alex o Birle)

Ecommerce Growth Manager
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About Alexandru Birleanu

Prima co-fondatore di una casa di produzione video poi co-fondatore e amministratore dell’agenzia e-commerce growth più giovane d’Italia.

Uno dei miei casi studio di successo (grazie al quale è anche diventato “Humans of Marketers”) è la Macelleria Callegari di Piacenza, che ha ottenuto risultati strabilianti grazie al supporto marketing ed imprenditoriale condiviso con i proprietari.

Nel 2021 ho vinto il primo premio all’evento AdWorld Experience grazie al caso studio "Porcobrado: la storia di un panino virale" davanti agli advertiser più importanti d’Italia e d’Europa.

Ho partecipato come relatore e speaker in vari eventi e sono co-autore di un libro intitolato “Metodo Ecommerce Growth”, con migliaia di copie vendute.

Sono stato Direttore del Master Ecommerce Heroes e ho collaborato con Ecommerce School per promuovere la cultura del settore e-commerce in Italia.

Oggi sono … (soon)