Nell’ambito dei Presocratici, Parmenide è stato un rivoluzionario: con lui la cosmologia riceve una profonda scossa, si trasforma o tende decisamente a trasformarsi in qualcosa di nuovo e più maturo, in una ontologia.
Nel suo poema Parmenide, come recenti studi tendono a mettere sempre più in evidenza, sembra aver additato tre possibili vie della ricerca: di queste considerò assolutamente verace una sola; una seconda, per contro, assolutamente fallace; e una terza considerò (o cercò di considerare) in qualche modo verosimile.
Dice la Dea (che è la protagonista del poema ed è immaginata come Dea rivelatrice a Parmenide di tutta la verità) alla fine del prologo, espressamente:
Nel suo poema Parmenide, come recenti studi tendono a mettere sempre più in evidenza, sembra aver additato tre possibili vie della ricerca: di queste considerò assolutamente verace una sola; una seconda, per contro, assolutamente fallace; e una terza considerò (o cercò di considerare) in qualche modo verosimile.
Dice la Dea (che è la protagonista del poema ed è immaginata come Dea rivelatrice a Parmenide di tutta la verità) alla fine del prologo, espressamente:
Bisogna che tu tutto apprenda,
[1] e il solido cuore della verità ben rotonda
[2] e le opinioni dei mortali, nelle quali non c’è una vera certezza.
[3] Eppure anche questo imparerai: come le cose che appaiono
bisognava che veramente fossero, essendo tutte in ogni senso.
Dunque, tre vie: una della assoluta verità, una delle opinioni fallaci o della assoluta falsità, e una della opinione plausibile.
Vediamo di percorrerle una per una insieme a Parmenide.
O meglio, insieme alla Dea di cui Parmenide dice di essere profeta e messaggero (e in questo si manifesta la hybris del sapiente, caratteristica dei pensatori antichi).