Ieri, 6 maggio, hanno preso il via le elezioni presidenziali in Ciad, con eventuale ballottaggio il prossimo 22 giugno.
Si tratta di libere elezioni proclamate dopo il referendum del dicembre scorso, in cui - dopo la morte del presidente in carica fino al 2021, Idriss Déby - la popolazione ha deciso di procedere alla scelta di un nuovo presidente.
Candidato di punta Mahamat Déby, presidente ad interim, figlio del precedente che, se eletto, estenderà ulteriormente i 33 anni di guida dello stato africano da parte della sua famiglia.
A partire dalla morte di Déby padre il paese è stato retto da una giunta militare che, a detta di molti osservatori, attraverso questa tornata elettorale otterrà semplicemente una legittimazione popolare dello status quo.
Al Jaazera ne parla qui: https://www.aljazeera.com/news/2024/5/6/president-vs-prime-minister-whats-at-stake-in-chad-presidential-election
Domani invece, 8 maggio, si tengono le elezioni politiche in Macedonia del Nord, lo stato un tempo chiamato "FYROM - Former Yugoslavian Republic Of Macedonia".
Si tratta di elezioni particolarmente importanti per una serie di motivi:
1) la Macedonia del Nord è ai ferri corti nei rapporti istituzionali con due membri dell'Unione Europea, a cui aspira di poter partecipare da molti anni ormai: la Grecia, con cui da sempre è esistita una contesa sul nome "Macedonia" (che è anche una regione della Grecia), e con la quale si era trovato un compromesso alcuni anni fa procedendo a nominare ufficialmente lo stato "Macedonia del Nord"; la Bulgaria, che vuole una modifica costituzionale in Macedonia del Nord a tutela della minoranza bulgara presente nel paese.
2) la Macedonia del Nord è candidata ad entrare nell'Unione Europea da tempo ma non è ancora riuscita a sbloccare la situazione: c'è stato negli anni un veto francese, seguito poi da un veto bulgaro. Nel frattempo la spinta emotiva della popolazione verso l'UE è passata da un 90% di volontà di ingresso a un 65/70%, anche sull'onda di populismi vari nati nel paese.
3) Il vincitore probabile delle elezioni, che quindi esprimerà anche il prossimo primo ministro (seppure, come pare, nell'ambito di un governo di coalizione), sarà il partito di centrodestra che già oggi è in aperto contrasto con Grecia e Bulgaria: da un lato chiama "Macedonia" il proprio paese nei discorsi ufficiali, suscitando le ire greche, dall'altro dice di non volersi certo far dettare modifiche costituzionali dai bulgari.
A tutto questo si aggiungono le tensioni con la componente albanese della popolazione e, soprattutto, con le influenze dei governi albanese e kosovaro sulle vicende interne della Macedonia del Nord.
Un buon riassunto di tutto questo si trova su Politico qui: https://www.politico.eu/article/north-macedonia-enters-electoral-race-that-will-define-its-eu-path/
Si tratta di libere elezioni proclamate dopo il referendum del dicembre scorso, in cui - dopo la morte del presidente in carica fino al 2021, Idriss Déby - la popolazione ha deciso di procedere alla scelta di un nuovo presidente.
Candidato di punta Mahamat Déby, presidente ad interim, figlio del precedente che, se eletto, estenderà ulteriormente i 33 anni di guida dello stato africano da parte della sua famiglia.
A partire dalla morte di Déby padre il paese è stato retto da una giunta militare che, a detta di molti osservatori, attraverso questa tornata elettorale otterrà semplicemente una legittimazione popolare dello status quo.
Al Jaazera ne parla qui: https://www.aljazeera.com/news/2024/5/6/president-vs-prime-minister-whats-at-stake-in-chad-presidential-election
Domani invece, 8 maggio, si tengono le elezioni politiche in Macedonia del Nord, lo stato un tempo chiamato "FYROM - Former Yugoslavian Republic Of Macedonia".
Si tratta di elezioni particolarmente importanti per una serie di motivi:
1) la Macedonia del Nord è ai ferri corti nei rapporti istituzionali con due membri dell'Unione Europea, a cui aspira di poter partecipare da molti anni ormai: la Grecia, con cui da sempre è esistita una contesa sul nome "Macedonia" (che è anche una regione della Grecia), e con la quale si era trovato un compromesso alcuni anni fa procedendo a nominare ufficialmente lo stato "Macedonia del Nord"; la Bulgaria, che vuole una modifica costituzionale in Macedonia del Nord a tutela della minoranza bulgara presente nel paese.
2) la Macedonia del Nord è candidata ad entrare nell'Unione Europea da tempo ma non è ancora riuscita a sbloccare la situazione: c'è stato negli anni un veto francese, seguito poi da un veto bulgaro. Nel frattempo la spinta emotiva della popolazione verso l'UE è passata da un 90% di volontà di ingresso a un 65/70%, anche sull'onda di populismi vari nati nel paese.
3) Il vincitore probabile delle elezioni, che quindi esprimerà anche il prossimo primo ministro (seppure, come pare, nell'ambito di un governo di coalizione), sarà il partito di centrodestra che già oggi è in aperto contrasto con Grecia e Bulgaria: da un lato chiama "Macedonia" il proprio paese nei discorsi ufficiali, suscitando le ire greche, dall'altro dice di non volersi certo far dettare modifiche costituzionali dai bulgari.
A tutto questo si aggiungono le tensioni con la componente albanese della popolazione e, soprattutto, con le influenze dei governi albanese e kosovaro sulle vicende interne della Macedonia del Nord.
Un buon riassunto di tutto questo si trova su Politico qui: https://www.politico.eu/article/north-macedonia-enters-electoral-race-that-will-define-its-eu-path/