Nella storia della filosofia, Socrate occupa una posizione impareggiabile.
Per un verso, egli è riverito per aver inaugurato la prima grande stagione filosofica, e dunque, in un certo senso, la filosofia stessa. Nei manuali, tutti i pensatori precedenti sono accomunati sotto la definizione di presocratici, come se la filosofia, prima dell’età di Socrate, fosse in qualche modo ancora in una fase preistorica.
Per altro verso, Socrate non ha tuttavia lasciato scritti: è arduo stabilire con certezza, anche di una sola frase a lui attribuita, se egli l’abbia pronunciata davvero, o se non sia un’invenzione letteraria di qualche suo ammiratore.
Della filosofia di Socrate, di prima mano conosciamo dunque ancor meno di ciò che sappiamo di Senofane, Parmenide, Empedocle o Democrito. Eppure, l’influsso di Socrate sulla filosofia successiva, fino ai giorni nostri, è stato incomparabilmente piú grande del loro.
Nell’antichità, molte scuole di pensiero pretendevano che il loro fondatore fosse stato Socrate, e molti singoli individui celebravano in lui il filosofo cui ispirarsi.
Nel Medioevo la sua vicenda non fu molto studiata, ma il suo nome s’incontra ogni volta che un logico o un metafisico desidera ricorrere a un esempio: come ha scritto Anthony Kenny nella sua "Nuova storia della filosofia occidentale", Socrate ha svolto per i filosofi scolastici la funzione che, per lungo tempo, nella letteratura giuridica veniva attribuita al nome fittizio di John Doe.
In età moderna, la vita di Socrate è stata presa a modello da pensatori di matrice anche molto diversa, in particolare da filosofi che vivevano sotto la tirannia e rischiavano la persecuzione per aver rifiutato di adeguarsi a un’ideologia irragionevole.
Molti pensatori hanno fatto proprio il detto che piú di ogni altro può ambire a esprimere le autentiche convinzioni di Socrate: una vita senza ricerche non è degna per l’uomo di essere vissuta (Apol. 38a).
Per un verso, egli è riverito per aver inaugurato la prima grande stagione filosofica, e dunque, in un certo senso, la filosofia stessa. Nei manuali, tutti i pensatori precedenti sono accomunati sotto la definizione di presocratici, come se la filosofia, prima dell’età di Socrate, fosse in qualche modo ancora in una fase preistorica.
Per altro verso, Socrate non ha tuttavia lasciato scritti: è arduo stabilire con certezza, anche di una sola frase a lui attribuita, se egli l’abbia pronunciata davvero, o se non sia un’invenzione letteraria di qualche suo ammiratore.
Della filosofia di Socrate, di prima mano conosciamo dunque ancor meno di ciò che sappiamo di Senofane, Parmenide, Empedocle o Democrito. Eppure, l’influsso di Socrate sulla filosofia successiva, fino ai giorni nostri, è stato incomparabilmente piú grande del loro.
Nell’antichità, molte scuole di pensiero pretendevano che il loro fondatore fosse stato Socrate, e molti singoli individui celebravano in lui il filosofo cui ispirarsi.
Nel Medioevo la sua vicenda non fu molto studiata, ma il suo nome s’incontra ogni volta che un logico o un metafisico desidera ricorrere a un esempio: come ha scritto Anthony Kenny nella sua "Nuova storia della filosofia occidentale", Socrate ha svolto per i filosofi scolastici la funzione che, per lungo tempo, nella letteratura giuridica veniva attribuita al nome fittizio di John Doe.
In età moderna, la vita di Socrate è stata presa a modello da pensatori di matrice anche molto diversa, in particolare da filosofi che vivevano sotto la tirannia e rischiavano la persecuzione per aver rifiutato di adeguarsi a un’ideologia irragionevole.
Molti pensatori hanno fatto proprio il detto che piú di ogni altro può ambire a esprimere le autentiche convinzioni di Socrate: una vita senza ricerche non è degna per l’uomo di essere vissuta (Apol. 38a).